Teorie del ciclo economico


6 Clément Juglar: la crisi come patologia

Juglar è il primo autore a dedicare un trattato esplicitamente al problema del ciclo economico. Esso è considerato come una successione di crisi, anomalie che turbano il corso normale degli eventi ma che risultano da degenerazioni intrinseche al sistema creditizio messe in azione dallo stesso sviluppo economico.

Des crises commerciales et de leur retour périodique en France, en Angleterre et aux États-Unis, del medico francese divenuto economista Clément Juglar , 1 pubblicato nel 1862 e riedito, in forma molto allargata, nel 1889, è non solo il primo trattato dedicato esclusivamente ai cicli economici ma anche il primo studio in cui si usa una precisa metodologia di lavoro dedicata espressamente a questo problema. Come spiega Schumpeter , Juglar "fu il primo ad usare sistematicamente dati di serie storiche (principalmente prezzi, saggi di interesse e bilanci delle banche centrali) con il chiaro obiettivo di analizzare un fenomeno specifico. 2 Poiché questo è il metodo fondamentale dell'analisi moderna del ciclo economico, egli può giustamente essere considerato il suo progenitore". A Juglar, inoltre, dobbiamo le basi della moderna analisi morfologica delle crisi, con il riconoscimento di tre fasi caratteristiche: crisi, liquidazione, e ripresa. 3

Nonostante lo sforzo di Schumpeter di rendere omaggio all'innovatività e all'importanza del lavoro di Juglar, esso è stato poco citato, forse anche perché agli occhi moderni esso pare -sempre secondo Schumpeter- "una vecchia storia raccontata in modo molto primitivo". Vale tuttavia la pena soffermarsi sul lavoro di questo autore, in quanto la sua concezione delle crisi e del ciclo, situandosi in un'epoca in cui l'attenzione degli economisti stava reindirizzandosi dal primo al secondo aspetto del problema, mostra caratteristiche tipiche di entrambi gli approcci, e costituisce pertanto un utile punto di riferimento.

6.1. Dai fatti alla teoria

Prima di presentare i suoi risultati, Juglar enuncia il suo metodo di ricerca scusandosi con i suoi lettori per l'abbondanza di cifre e per la monotonia della sua ricostruzione: "Appoggiandoci non solo su dei dati statistici, ma sui grandi numeri, relativi a lunghi periodi e in tre grandi paesi, crediamo di aver soddisfatto i requisiti di una dimostrazione scientifica meglio che formulando asserzioni sempre discutibili. Non si può penetrare il meccanismo delle crisi, del loro sviluppo, della loro esplosione e della loro liquidazione se non tramite una lettura attenta e una frequente consultazione delle tabelle generali." La ripetitività della ricostruzione che ne risulta è un ulteriore supporto alla storia di Juglar, 4 in quanto non fa che riflettere il ripresentarsi delle crisi nel mondo reale: "Il rinnovarsi e la successione dei medesimi fatti, in circostanze differenti, in ogni tempo, in ogni paese e sotto qualsiasi regime, ecco ciò che occorreva mettere in evidenza". 5 Retrospettivamente, Juglar ha ritenuto di poter affermare che "senza far intervenire alcuna teoria né alcuna ipotesi, la sola osservazione dei fatti è bastata a rivelare la legge delle crisi e della loro periodicità". 6

Questa premessa richiede una breve discussione, prima che si possa passare ad esaminare la descrizione di Juglar del meccanismo del ciclo. Innanzitutto va osservato come Juglar si fosse spinto ben oltre i suoi contemporanei nella raccolta di dati (con particolare enfasi sulle statistiche bancarie 7 : "Se esaminiamo i documenti ufficiali dell'Inghilterra a partire dal 1696 relativi alle vicissitudini degli affari, constatiamo che le difficoltà sono legate alle difficoltà della Banca [d'Inghilterra] e che ci si rivolge sempre ad essa" 8 ). Queste cifre, tuttavia, sono stati trattate in modo qualitativo, non quantitativo: Juglar ha tracciato, a partire dai suoi dati, la storia di ogni crisi individuale per isolarne poi i tratti comuni, senza però cogliere regolarità statisticamente misurabili. La sua descrizione, dunque, seppure basata sul cumularsi di osservazioni avrebbe potuto essere presentata anche a partire da un solo ciclo. 9

In secondo luogo, va ricordato che i `fatti' non parlano mai da soli, ma vanno opportunamente interpretati; gli stessi dati che costituiscono il cuore dei fatti riflettono di partenza una struttura teorica che definisce le grandezze da misurare e il metodo di rilevamento. Gli stessi dati possono dunque avere significati teorici diversi a seconda del contesto in cui sono elaborati e letti. Questo è appunto il caso di Juglar: le crisi e il loro ricorrere erano fenomeni sotto gli occhi di tutti i suoi contemporanei. Tuttavia la maggior parte di essi trattava le crisi come eventi individuali, isolati, ciascuno dei quali aveva una propria spiegazione. Juglar ha rovesciato questa prospettiva, e anziché cercare spiegazioni specifiche per ogni crisi ha spostato l'accento sul loro ricorrere, e si è posto il problema teorico di individuare le caratteristiche comuni a tutte le crisi spiegando con eventi specifici le eventuali irregolarità nei suoi dati statistici.

6.2. Il meccanismo delle crisi

Il meccanismo delle crisi è presentato da Juglar come il prodotto diretto dei suoi dati, e la spiegazione coincide con la descrizione: "Osserviamo i fatti, tutto si spiega". 10

Il resoconto di Juglar parte dalla fine della fase di liquidazione, quando gli affari ristagnano e le fabbriche sono disoccupate. Vi sono tuttavia dei risparmi in cerca di collocazione, che risvegliano lo spirito d'impresa. Cominciano ad apparire i primi progetti, la credulità del pubblico lascia margine agli speculatori, nascono nuove società per azioni che a loro volta incrementano la domanda di titoli. Parallelamente, come sorge una domanda di capitali si sviluppa anche il credito. La concessione di crediti, permettendo l'acquisto di una maggiore quantità di merci dietro promessa di pagamento, induce un aumento dei prezzi, che a sua volta richiama maggiori richieste di credito a scopo speculativo (si acquistano merci a credito in previsione di futuri aumenti di prezzo). Un tale movimento, però, deve prima o poi incontrare un limite: fino a quando si troveranno acquirenti per merci il cui prezzo aumenta in continuazione? Ad un certo punto la domanda rallenta, e con essa l'accrescimento dei prezzi. Lo scopo della speculazione viene a cadere, nessuno vuole più acquistare, tutti vogliono vendere. Le riserve metalliche delle banche, del resto, si esauriscono man mano che si procede con la concessione di crediti. Le banche devono dunque porre un freno a questo drenaggio, e lo fanno aumentando il tasso di sconto. Il flusso del credito si interrompe, i prezzi iniziano a scendere: dapprima quelli delle merci su cui si erano concentrati i movimenti speculativi, poi tutte le altre, in un movimento vorticoso e veloce.

Questa è la crisi, caratterizzata e causata dalla cessazione dell'aumento dei prezzi. Improvvisamente l'umore degli operatori cambia, le merci circolano più lentamente, i crediti giungono a scadenza ma, non potendo essere rimborsati, sono rinnovati o danno luogo a fallimenti. I prezzi diminuiscono, e chi aveva comperato speculando al rialzo si trova a dover vendere sottocosto.

Subentra la fase della liquidazione: i prezzi già si sono abbassati al loro livello minimo, gli scambi non si fanno a credito ma in contanti, così che il tasso di sconto può iniziare a scendere. Le imprese in maggiori difficoltà devono essere liquidate, gli affari ristagnano: il sistema economico marcia più o meno sul posto per qualche tempo, fino a quando l'accumulazione dei risparmi è sufficiente a rimettere in moto il meccanismo del credito e dare inizio alla ripresa. 11

6.3. Il ciclo come successione di crisi

Quelli descritti nella sezione precedente sono gli elementi che Juglar seleziona dalla massa di dati a sua disposizione come caratteristiche comuni delle crisi. Tra questi egli identifica dei precisi nessi causali, che rivelano quale fosse la sua concezione del ciclo.

La "causa unica delle crisi, l'arresto dell'aumento dei prezzi", 12 è in ultima analisi riconducibile al sistema creditizio 13 che crea il potere d'acquisto che dà luogo all'accresciuta domanda di merci, ma soprattutto agli abusi che il credito stimola 14 e alla speculazione, che "è contagiosa" e ne sviluppa "tutti gli elementi malsani". 15 Le difficoltà locali, poi, si propagano all'intero sistema economico e all'estero, tra tutti coloro che sono in rapporti d'affari. 16 Juglar sembra dunque intendere le crisi come manifestazione e risoluzione di un malfunzionamento nel sistema creditizio, che rende l'equilibrio instabile tanto nel credito 17 che nel mercato del suo complesso, 18 malfunzionamento che è tuttavia compensato da variazioni nel tasso di sconto e da movimenti di metalli preziosi che agiscono quali parziali meccanismi stabilizzatori imponendo l'inversione della tendenza.

L'idea che la crisi è un momento anormale dello sviluppo del sistema è bene illustrata dall'analogia impiegata da Juglar, reminescente della sua formazione di medico: 19 "la parola crisi indica uno stato di malattia o di sofferenza" 20 , ma anche come non si tratti che di uno stato effimero 21 che, pur contrapponendosi ad uno stato `normale', non è del tutto eccezionale né è evitabile.

Le fasi del ciclo corrispondono dunque ad uno stato normale di salute, un stato patologico causato da eccessi e abusi, e una fase di liquidazione nella quale, come durante la guarigione, si eliminano le impurità e si pongono le basi per il ritorno alla normalità. Nella concezione di Juglar, dunque, il ciclo non è dunque l'evento `normale', lo stato ordinario delle cose, ma è una successione di stati normali ricorrentemente interrotti da anomalie temporanee alle quali il sistema economico e bancario reagisce eliminando le cause di malfunzionamento. 22

Da un lato abbiamo dunque l'insorgere della patologia, legato all'abuso del credito, 23 che si ripresenta periodicamente proprio per la stessa natura del sistema creditizio e degli scambi. 24 Dall'altro abbiamo l'eliminazione delle cause di disagio. In primo luogo, le crisi stesse --malgrado la sofferenza, le perdite e le rovine che causano-- eliminano le fonti di `cattivo credito', e in secondo luogo, nel sistema bancario operano dei meccanismi stabilizzatori, che seppure non riescano a prevenire le crisi contribuiscono comunque a smorzarne l'ampiezza ed infine a rovesciare la tendenza. Congiuntamente, l'eliminazione dei crediti malsani e l'operare dei meccanismi di aggiustamento permettono a Juglar di concludere che "l'equilibrio, se si infrange, si ristabilisce al più presto" 25 , per poi infrangersi di nuovo in seguito al riattivarsi del credito durante la ripresa.

Questo articolo è apparso in Azione (settimanale di Lugano) il 22 maggio 2002. © Daniele Besomi


1. Note biografiche su Juglar si trovano in De Foville 1905 , Beauregard 1908 , Niehans 1992 , pp. 547-48, e Groenewegen 2001 , pp. 117-20.

2. Sull'uso delle statistiche da parte di Juglar si veda Morgan 1990 , pp. 41-44. Per una valutazione dell'empirismo di Juglar in termini dell'approccio della scuola storica tedesca si veda Niehans 1992 , pp. 551-55. Oltre a Schumpeter, altri hanno rilevato che uno degli apporti della formazione medica di Juglar consiste nella sua mentalità scientifica empirica e nel metodo di raccolta e analisi dei dati: si vedano Niehans 199 2, p. 547, e soprattutto Groenewegen 2001 .

3. Schumpeter 1954 , p. 1124.

4. Una dimostrazione per tedio, dunque! ( Morgan 1990 , p. 41).

5. Juglar 1889 , pp. xiii-xiv.

6. Juglar 1889 , p. xv. O ancora, più direttamente: "nous laisserons parler les faits" (p. 163).

7. "Quand on réfléchit que la Banque de France est le grand intermédiaire du commerce, et que le développement des escomptes répresente assez bien le mouvement commercial, il était naturel de s'en servir comme point de comparison" ( Juglar 1857 , p. 37).

8. Juglar 1889 , p. 6.

9. Morgan 1990 , p. 44.

10. Juglar 1889 , p. 30.

11. Juglar 1889 , pp. 30-36. Vedi anche in particolare pp. 56-57, 71-72, 75.

12. Juglar 1889 , p. 35.

13. "Le crédit est le premier et principal moteur de tout ce méchanisme" ( Juglar 1889 , p. 75; vedi anche pp. 71-72 e passim).

14. Juglar 1889 , pp. 47, 56.

15. Juglar 1889 , pp. 166 e 165; v. anche p. 80 e Juglar 1857 , p. 36.

16. Juglar 1889 , ad esempio pp. xvi, 7, 39, 48-9, 255.

17. "... l'équilibre instable du crédit" ( Juglar 1889 , p. 34).

18. "... l'équilibre instable du marché" ( Juglar 1889 , p. 165).

19. "The medical man, who survived in him, there rediscovered the metaphor of the illness, the pains generated therefrom, the elimination without which good health is not restored" ( Beauregard 1908 , p. 156, citato in Groenewegen 2001 , p. 118).

Mentre Niehans ritiene che l'uso di Juglar dell'analogia medica non sia specifico né indispensabile, e che non vada oltre la figura retorica che avrebbe potuto essere utilizzata da qualsiasi non-specialista ( 1992 , p. 547), Groenewegen ritiene che la metodologia medica abbia fornito la chiave analogica per interpretare le cause delle crisi commerciali, e osserva che gli esempi proposti da Juglar riguardano malattie polmonari che erano state in precedenza l'oggetto della sua dissertazione nel 1846 ( Groenewegen 2001 , pp. 123 e 126-28, con particolare riferimento alla riflessione sulla causalità).

20. Juglar 1889 , p. 13.

21. Juglar 1889 , p. 16.

22. Come vedremo, questa concezione del ciclo come risultato del ricorrere di frizioni, errori di calcolo e aggiustamenti errati anziché come stato normale e autosostenuto del sistema economico ricorrerà più volte nella storia delle teorie delle fluttuazioni economiche, e non può dunque essere attribuita unicamente al momento di passaggio tra le teorie delle crisi e le teorie dei cicli. Avremo modo in seguito di discutere la portata ideologica di questa interpretazione del fenomeno ciclico.

23. Corollario di questa interpretazione è che le crisi sono tanto meno marcate quanto più regolare e priva di eccessi è la crescita che le precede: "là ou [la progression] est lente, calme, mesurée, les crises seront peu sensibles et très courtes; là ou la progression est rapide, fièvreuse, les crises violentes et profondes bouleverseront en apparence tout le monde des affaires" ( Juglar 1889 , p. 48).

24. Juglar 1889 , p. 47; vedi anche p. 56.

25. Juglar 1889 , p. 252.


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