Teorie del ciclo economico


13 Ralph Hawtrey e l'intrinseca instabilità del credito

La teoria monetaria del ciclo di Hawtrey -l'ultima teoria pubblicata prima della guerra del 1914-18- è basata sull'intrinseca instablità del meccanismo creditizio.

La teoria del ciclo proposta da Ralph Hawtrey in Good and bad trade ( 1913 ) e ripresa in numerosi scritti successivi senza cambiamenti sostanziali 1 è abitualmente citata come esempio di pura teoria monetaria: Hawtrey sostiene infatti che cause relative al funzionamento dei mercati monetari e creditizi sono sufficienti e necessarie a spiegare le fluttuazioni economiche, e che altre cause possono esercitare un effetto in tal senso solo tramite i loro effetti sulla situazione monetaria. 2

13.1. L'instabilità dell'equilibrio

Il primo passo compiuto da Hawtrey consiste nel mostrare come disturbi nel sistema monetario diano luogo a conseguenze cumulative, mentre ciò non accade per cambiamenti nella domanda o nell'offerta di merci. Ciò gli permette di argomentare che la causa del ciclo deve risiedere nel settore della moneta anziché in quello reale.

La prima parte del ragionamento si basa sulla necessità che le banche mantengano una certa riserva di moneta rispetto alla quantità di crediti emessi: se, ad esempio, le richieste di contante dei propri clienti aumentano la banca deve restringere la concessione o il rinnovo dei crediti, cosa che fa innalzando il tasso di interesse. Esaminiamo le conseguenze di una diminuzione della moneta in circolazione a partire da uno stato stazionario. Gli individui riaggiusteranno la proporzione di denaro che detengono in forma contante, prelevando dai propri conti bancari. Le banche devono dunque ribilanciare le proprie riserve, e aumentano il tasso di interesse con lo scopo di scoraggiare le domande di credito. Ciò ha due conseguenze. I produttori vedono aumentare i propri costi, e per compensare aumentano i prezzi; questo processo è tuttavia lungo, e l'incremento dei prezzi è probabilmente contenuto. Diversa è la situazione dei commercianti: i costi legati al mantenimento delle riserve di merci in magazzino sono molto sensibili a variazioni nel tasso di interesse, così che un aumento di questi ultimi li induce a ridurre le scorte; ma questo si traduce in cali nelle ordinazioni ai produttori, e in una conseguente diminuzione dei prezzi al fine di stimolare la domanda. Poiché nel frattempo le banche hanno ridotto il credito, la somma totale di moneta e di potere d'acquisto a disposizione del pubblico (circolante + credito) è ulteriormente ridotta. La domanda complessiva, quindi, non solo non aumenta, ma diminuisce. Le merci rimangono invendute, e le scorte di magazzino si accumulano. Dunque il tentativo dei commercianti di ridurre le scorte non produce il risultato sperato, ma dà luogo a un continuo movimento di riduzione dei prezzi (che a sua volta induce a ridurre ulteriormente le scorte) e della produzione e, per le medesime ragioni viste in precedenza, dei salari e dell'occupazione. Questo processo si arresta solo quando i banchieri vedono le riserve (che crescono in seguito alla minor necessità di denaro circolante in un'economia che funziona a ritmo e volume ridotto) tornare ad una proporzione adeguata rispetto all'indebitamento. A quel punto i tassi di interesse possono essere ridotti di nuovo. 3

L'azione dei banchieri per ripristinare le proprie riserve porta dunque a conseguenze molto amplificate rispetto alla dimensione del disturbo originale. In primo luogo, il legame tra diminuzione dei crediti e crescita delle riserve non è immediato, ma richiede qualche tempo per esplicarsi: la diminuzione della produzione, infatti, non è accompagnata subito dalla riduzione dei salari complessivi, perché i lavoratori resistono al cambiamento (viceversa, la concessione di maggiori crediti porta ad un aumento della produzione e dei salari; questi ultimi, tuttavia, si adeguano con qualche ritardo), così che le richieste di contante per il pagamento dei salari diminuiscono solo con ritardo. Visto che l'aumento dell'interesse non porta immediatamente all'effetto desiderato, le banche tendono a restringere la concessione di crediti maggiormente di quanto non sarebbe necessario.

In secondo luogo, una divergenza tra tasso di interesse e tasso di profitto (che in equilibrio si eguagliano) tende ad essere cumulativa: se il saggio di profitto scende al di sotto del saggio di interesse (in particolare, nel caso i banchieri alzino quest'ultimo) diminuisce la domanda di prestiti, e con essa la quantità di potere d'acquisto a disposizione, che a sua volta riduce il tasso di profitto. 4 Una tale situazione perdura fintanto che le banche non correggono il tasso di interesse. L'equilibrio risulta pertanto essere uno stato instabile del sistema, e ogni deviazione casuale tende ad essere amplificata: qui Hawtrey individua la causa fondamentale delle fluttuazioni:

the equilibrium which the bankers have to maintain in fixing the rate of interest is essentially `unstable,' in the sense that if the rate of interest deviates from its proper value by any amount, however small, the deviation will tend to grow greater and greater until steps are taken to correct it. This of itself shows that the money market must be subject to fluctuations. [...]

The effect of these two principles in exaggerating any casual change in purchasing power is really the fundamental cause of fluctuations.

L'amplificazione del movimento oscillatorio è anche favorita dal fatto che in periodi di crescita i banchieri tendono ad avere più fiducia nella solvibilità dei debitori, e concedono pertanto crediti con maggiore facilità (e viceversa nei periodi di depressione). Questo fattore, e differenza dei precedenti, cessa la propria azione non appena le banche hanno concesso la quantità di crediti che valutano ragionevole. 5

Per quanto riguarda le conseguenze di un cambiamento nelle condizioni della produzione e del consumo di un settore, Hawtrey mostra che esse non possono dar luogo a oscillazioni generalizzate sostenendo che diminuzioni della produzione in un settore liberano potere d'acquisto che comporta un'accresciuta domanda per altri settori, così che non possono manifestarsi le condizioni di una depressione generale.

13.2. Il ciclo

Il primo risultato raggiunto da Hawtrey è dunque che un improvviso disturbo monetario ad uno stato di equilibrio genera, in seguito ai tentativi di correzione da parte dei banchieri e ai ritardi di reazione che li inducono a valutazioni erronee dei risultati dei propri interventi, un movimento che si amplifica fino a quando finalmente il tasso di interesse viene fissato al livello corrispondente del saggio di profitto; se non sopraggiungono altri mutamenti, il sistema si assesta su un nuovo stato di equilibrio. I cambiamenti, tuttavia, non avvengono in modo improvviso ma graduale e continuo, né si può postulare che il sistema si trovi in uno stato stazionario:

Trade is never normal; in times of average prosperity it is always on either the upward or the downward path; when it ceases to improve it is on the verge of collapse, when it ceases to slacken it is beginning to recover. 6

Occorre pertanto assumere il fatto del ciclo come punto di partenza, e seguire l'intero processo nel suo svilupparsi graduale, a partire ad esempio da uno stato di crescita, in cui le banche creano credito innescando un processo inflattivo che, come si è visto, è cumulativo. Non appena alcune banche si accorgono di aver concesso crediti con eccessiva facilità e superato il rapporto che ritengono essere corretto tra depositi e riserve devono innalzare il tasso di interesse per aumentare queste ultime. Le banche che operavano al limite della sicurezza o oltre il limite sanno così di non poter più contare facilmente su prestiti da altre banche per ripristinare le loro riserve. Ciò induce a generalizzare i tentativi di recuperare i crediti, portando ad un ulteriore innalzamento del saggio di interesse. I commercianti, vedendo aumentare i loro costi di magazzino, riducono le scorte, diminuendo le ordinazioni. La produzione ristagna e i prezzi diminuiscono, dando ai commercianti ulteriori ragioni per ridurre le loro scorte. La richiesta di moneta per transazioni diminuisce al calare dei prezzi, ma non nella misura desiderata dai banchieri, in quanto per qualche tempo i salari rimangono alti. Solo quando questi iniziano a cadere i banchieri possono ripristinare pienamente le loro riserve e ridurre il saggio di interesse. Ma essendo finalmente diminuiti i salari, aumentano i profitti: è così facile che il saggio di interesse scenda sotto il saggio di profitto, inducendo gli imprenditori a chiedere nuovi crediti, che i banchieri --avendo ormai ripristinato le riserve-- sono pronti a concedere; nel frattempo i commercianti inziano a ripristinare le loro scorte, innescando nuovamente il processo cumulativo di crescita.

La tendenza a fluttuare che risulta da questo meccanismo potrebbe anche essere poco marcata. Ma ogni errore dei banchieri tende ad essere amplificato dall'instabilità dell'equilibrio, e non sarà corretto fintanto che essi non rivedranno la propria posizione. Così "The extent and duration of the trade expansion [come pure della contrazione] will depend partly upon the bankers' opinion as to the volume of credit money they may prudently create". 7

13.3. Crisi e ciclo

L'andamento ciclico dei sistemi economici dipende dunque, secondo Hawtrey, dagli errori commessi dai banchieri nel valutare lo stato futuro delle disponibilità liquide a causa dei ritardi con cui il saggio di interesse è adeguato al cambiamento dei prezzi e con cui i salari reagiscono allo stato generale della produzione. Questi errori sono poi amplificati da meccanismi intrinseci al funzionamento del settore bancario e alle sue relazioni con produttori e mercanti nella creazione di moneta creditizia. Le fasi opposte del ciclo sono essenzialmente simmetriche e graduali nella loro successione. Hawtrey naturalmente riconosce l'esistenza e l'importanza delle crisi, ma ritiene che esse non costituiscano che un'esasperazione delle consuete oscillazioni cicliche: una crisi consiste in "an escape from inflation by way of widespread failures and bankruptcies instead of by a gradual reduction of credit money", 8 ma "only differs in degree from an ordinary contraction of trade". 9

Le cause di questo eccesso risiedono nella sovraspeculazione che spesso, ma non necessariamente, caratterizza le fasi finali dell'ascesa. Sui mercati finanziari convergono le richieste di fondi per l'investimento provenienti dai produttori, i risparmi messi a disposizione dai percettori di reddito, e operatori specializzati in diverse operazioni riguardanti i titoli. Le fluttuazioni nella domanda di beni di consumo si ripercuotono sulla domanda di mezzi di produzione in modo molto amplificato. Questo fenomeno è spiegato da Hawtrey con riferimento al principio di accelerazione: l'investimento netto dipende non dal livello dei consumi ma dal loro incremento, con la correzione resa necessaria dal fatto che in prosperità gli impianti esistenti sono sfruttati al massimo mentre la depressione offre buone opportunità di rinnovare i macchinari. 10

I risparmi immessi sul mercato dei titoli contribuiscono a diminuire l'indebitamento dei produttori nei confronti delle banche. I risparmi provengono in buona parte dai profitti. Durante la fase prospera vi sono aspettative di profitto ottimistiche, e una massa di risparmi in cerca di investimento. Nel passaggio dalla fase di prosperità alla depressione, invece, i profitti si contraggono rapidamente, le aspettative di profitto ancora più rapidamente, e con esse i risparmi immessi sul mercato. Poiché allo stesso tempo le banche stanno cercando di recuperare i loro crediti, le imprese devono cercare sul mercato dei capitali il denaro necessario a rimborsare le banche. Ma pochi comperano, e corrispondentemente i titoli si deprezzano, in particolare quelli emessi più di recente. Se le banche insistono nell'esigere la riscossione dei crediti, possono seguire fallimenti a catena sul mercato dei titoli; le banche lo sanno, e crcano di dilazionare quanto più possibile quel momento, ma a volte sono loro stesse in condizioni di necessità, così che spesso alcune banche vanno a fondo seguendo il collasso delle borse. Poiché questo cancella di colpo la moneta creditizia da loro creata, l'intero processo si accelera ulteriormente.

Hawtrey sottolinea che questo processo non è dovuto ad un `collasso del credito', né a eccessi di sfiducia da parte del pubblico:

in a financial crisis, which is ordinarily regarded as simply a `collapse of credit,' credit only plays a secondary part. The shortage of savings, which curtails the demand for investments, and the excess of credit money, which leads the banks to call in their loans, are causes at least as prominent as the impairment of credit. And the impairment of credit itself is not a mere capricious loss of confidence, but is a revised estimate of the profits of commercial enterprises in general, which is based on the palpable facts of the market. The wholesale depreciation of securities at such a time is not due to a vague `distrust,', but partly to the plain factthat the money values of the assets which they represent are falling and partly to foced sales necessitated by the sudden demand for money. Nor is the demand for money itself a sign of failing confidence. The banks want to reduce their demand liabilities, because those liabilities necessityte a larger supply of legal tender money than they can collect. and the legal tender money is needed for the ordinary practical needs of commerce. [... T]he crisis does not originate in distrust. Loss of credit in fact is only a symptom. 11

Questo articolo è apparso in Azione (settimanale di Lugano) il 13 novembre 2002. © Daniele Besomi .


1. Vedi ad esempio Bridel 1987 , p. 77.

2. Questo aspetto è specificato meglio nella risposta di Hawtrey alle critiche di Pigou ( Pigou 1929 ) qualche anno più tardi: "the non-monetary causes only modify the cycle through their effect on the monetary situation" ( Hawtrey 1929 , p. 638; vedi anche p. 640).

3. Hawtrey 1913 , cap. 6.

4. La spiegazione di Hawtrey del processo cumulativo di divergenza tra saggio naturale di interesse (il rapporto che rappresenta il risparmio di lavoro ottenuto grazie all'uso di capitale, o in altri termini il rendimento `naturale' del capitale), saggio di profitto (il saggio naturale di interesse corretto tenendo conto dei cambiamenti nel livello dei prezzi), e saggio di interesse di mercato (il tasso applicato dai banchieri) ha costituito la base per gli sviluppi successivi dell'analisi del ciclo in termini di risparmi ed investimenti in particolare nella scuola di Cambridge. Per una discussione approfondita e una esposizione dettagliata si veda Bridel 1987 , sezione 4.2.

5. Hawtrey 1913 , pp. 80-81.

6. Hawtrey 1913 , pp. 175-76.

7. Hawtrey 1913 , p. 192.

8. Hawtrey 1913 , p. 204.

9. Hawtrey 1913 , pp. 156-57.

10. Sul principio di accelerazione si veda la nota Aftalion 1913, vol. 2, p. 372. Una formulazione preliminare del principio di accelerazione si trova già in Carver, che --ragionando in termini di prezzi-- aveva notato che "the value of producers' goods tend to fluctuate more violently than the value of consumers' goods" (1903, p. 498), mentre altre esposizioni compiute, raggiunte in modo indipendente l'una dall'altra, sono dovute a Bickerdicke 1914 e J. M. Clark 1917. al capitolo Albert Aftalion: il ciclo come ricerca dell'equilibrio. .

11. Hawtrey 1913 , capitolo 16; la citazione è tratta da pp. 214-15.


Torna a inizio pagina

Vai all'indice

pagina precedente

pagina successiva